Novembre 2021

Difficile far comprendere le mie motivazioni a chi mi chiede perchè mai da oltre 40 anni non possa fare a meno di passare due settimane ogni anno in Scandinavia e in Norvegia in particolare.

Tutto ebbe inizio nell’estate del 75.
Avevamo già un bimbo, Giovanni, che aveva poco meno di due anni; con lui eravamo abituati a viaggiare in auto come avevamo sempre fatto fin da prima di sposarci.
Ma nel 75 Giovanna aspettava Francesca e fu così che invitai mio padre, il mio maestro di giri nei miei primi vent’anni, a farmi compagnia in un viaggio che da tempo sognavo: Capo Nord.
Ma non avevo considerato che mio padre era incapace di contenere per più di due/tre giorni la sua innata voglia di improvvisare.
Un mattino in cui ad Oslo stavamo ripiegando la tenda per dirigerci a nord, mi venne fuori con un: “E se invece andassimo in Inghilterra?”
Per me non fu un sacrificio accontentarlo, ma già mi aspettavo, dopo aver gironzolato in auto un intero pomeriggio per le strade di Londra, che mi uscisse con un: “Che ne diresti di Parigi?”
E Parigi fu, anche se dopo il matrimonio Giovanna ed io ci capitavamo almeno due volte l’anno.
E lo scontato: “Avrei una gran voglia di andare a Nizza” arrivò puntuale come da me previsto.
Mio padre nacque a Nizza nel 1910 da genitori italiani e lì passò i suoi primi dieci anni di vita, per questo almeno due volte l’anno andavamo insieme a Nizza a salutare i parenti e a rivedere la Vieille Ville dove era nato e aveva abitato in una vecchia casa in Rue de la Prefecture.


Ma le due notti passate in Camping al Bois de Boulogne cambiarono la mia vita: un camper con targa inglese motorizzato Ford Transit parcheggiato vicino a noi divenne un chiodo fisso negli ultimi giorni di quel viaggio.
Appena rientrato mi misi alla ricerca del veicolo giusto per due adulti e due bimbi.
Francesca nacque a fine novembre, la notte di Natale la passammo in camper nei pressi della Tour Eiffel, allora i camper/motorhome erano rarissimi e ovunque ben accolti.

Da lì la ripresa del viaggio che mio padre aveva scelto di stravolgere, Norvegia del Sud nel 76, Capo Nord con un nuovo camper nell’estate del 79. 
E via di seguito con un terzo camper e in più Chiara, nata nell'81: CapoNord 1983.

Nell' 84 con auto e roulotte portai mio padre e mio figlio a NordKapp: un viaggio indimenticabile, mio padre (74 anni) ne restò estasiato, Giovanni (quasi 11) si sentiva già un veterano di questo genere di esperienze.

Fu l’85 l’anno della nuova vita: per la prima volta nel Grande Nord in moto; avevo quarant' anni.
Mi fu possibile acquistare una moto solo nel 77, dopo aver raggiunto l’indipendenza economica, mio padre non cedette mai: 
niente moto; era stato motociclista (BSA - anni 30) ma mai volle dirmi il motivo di questa sua presa di posizione.
Lo capii solo quando mio figlio, a 14 anni, iniziò la sua carriera sulle strade aperte al traffico. 
Ma nonostante le mie paure di padre lo assecondai, già a sette anni su una motina da cross scorazzava nel castagneto di mio suocero.
Narvik (N) - 1985 - Guzzi V65. In viaggio verso il mio primo NordKapp in moto.
Dall' 85 in poi quasi ogni anno sono partito a fine maggio per raggiungere la Scandinavia, la Norvegia in particolare, solo o in compagnia: con mia moglie svariate volte, con mio figlio altrettante, con un amico ben selezionato in svariate altre occasioni.
E continuerò fin che l’età e la salute me lo permetteranno.

La mia FJ e la Honda 125 di Giovanni - 1990

E ora, a fine novembre 2021, come ogni anno il mio pensiero ogni giorno vola in quei luoghi, su quelle strade che ormai conosco come le mie strade in Appennino, su quelle montagne bianche di neve (anche per questo vado sempre a fine maggio, la neve rende i panorami più misteriosi e selvaggi), in quelle terre sconfinate in cui si può girare ore senza incontrare nessuno. 

Ad inizio giugno nel sud della Norvegia è primavera avanzata ma basta salire di 300/400 metri e in una manciata di minuti ci si può ritrovare in inverno, in una alternanza di condizioni che si possono ripetere anche più volte nella stessa giornata. 
Poi, superato il Circolo Polare, prevale l'inverno ma con la possibilità di incontrare giornate particolarmente belle e gradevoli, per contro in Lapponia è sempre possibile incontrare temperature quasi estive come peraltro giornate freddissime, tempeste di neve, vento gelido o pioggia finissima o veri diluvi, insomma roba per ogni gusto.

E’ anche questo che mi attira in quei luoghi.
Oltre al tipo di vita che faccio quando vado lassù: sulla moto da mattina a sera, poche brevi soste, le serate in camping dentro al mio Hytte o a bighellonare nei dintorni per muovere qualche muscolo, prepararmi la cena, dormire col sonno profondo che una giornata intera sulla moto mi regala, fare una sostanziosa colazione e partire di buon’ ora quando ancora intorno tutto dorme.
Poter liberare la testa da tutti i pensieri che per tutto l’anno la riempiono, alzarsi al mattino e poter decidere che direzione prendere fino a che un bel giorno la nostalgia di casa mi fa decidere di dirigere la moto a sud.
E allora via e sulla strada del ritorno già far programmi per l’anno che verrà.

Alla mia età far programmi di viaggi in moto per l’anno successivo è un po’ uno sfidare la convinzione dei più che certe cose siano più adatte ai giovani o perlomeno ai non-ancora-rincoanziani.
Ma a me non tocca, li faccio e se potrò li realizzerò, che pensano gli altri non è affar mio.
Solo a una persona debbo render conto: a Giovanna.
E’ un po’ che mi va ripetendo che è ora che io cresca anche nella testa e la smetta di fare l’asinello, che andar da solo è uno sfidare la sorte e cose troppo giuste del genere.
Ma poi sotto sotto mi capisce, tanto che quando le dissi che avrei fatto Norge018 in solitaria su Integra mi disse: va bene, ma Norge019 la potrai fare solo se prendi pure me. Le circostanze ci portarono poi ad usare l’auto come altre volte in passato ma l’importante è averlo potuto fare. Per il 2021stessa identica cosa.

Ora il 2022, questi i miei sogni, messi giù in un ordine che non ha relazione alcuna con le mie preferenze.
Ho da maggio 2019 una moto poco adatta ai lunghi trasferimenti autostradali: un bicilindrico 500 cc che frulla a regimi abbastanza elevati, meglio optare per una soluzione mista auto+moto, già da me adottata più volte in passato in modo di non fare un metro di autostrada in moto, solo strade scandinave. E così ho fatto a luglio scorso.
Lo stesso varrà per la Himalayan acquistata due mesi fa.
Giovanna durante una sosta-pranzo in autostrada (2007) - Il mio pickup e la mia Adv sullo sfondo.

Per questo ho venduto il mio carrello adatto a trasportare due moto pesanti e ho acquistato un piccolo carrello monomoto, 400 kg. a pieno carico di cui massimo 280 di moto. 
La Honda CB500X non arriva ai 200 kg. in ordine di marcia e sono in grado di caricarla e scaricarla in autonomia. Idem 
La Himalayan.